Le immagini (e le inchieste) dei reporter e dei lettori de "Il vascello" ©

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Cremona protesta

Nel tunnel sul marciapiede del palazzo Ala Ponzone, a due passi dal teatro Ponchielli, in pieno centro, a lato di un parcheggio, ma la sanità - forse perchè il tunnel è del Comune e non di un cittadino qualsiasi - non batte ciglio nonostante il pericolo di infezioni che riguarda particolarmente i bambini. Ma come è mai possibile che non si provveda a pulire e disinfettare?


Migliaia di persone costrette a passare tra gli escrementi


Arrivano ancora le cartoline, quelle vere, di con tanto di bollo, non le e.mail. L'ultima è una cartolina con in fronte Battistero e chiesa parrocchiale del X e XI secolo di Vigolo Marchese. Ma non parla della storia locale di ieri, illustrissima... E' una denuncia della situazione cremonese, della sporcizia delle strade ed altro. Così il Vascello fotografa la situazione che si vede qui sopra. Escrementi di piccione incontrollati, mancata pulizia in uno dei percorsi più frequentati della città, nella totale indifferenza di chi è poprietario. Ovvero del Comune!


Signor Leoni,

leggo il Suo giornale da un mio amico. Tenga sotto pressione e bacchetti quegli incapaci di amministratori cremonesi, Corada e soci: strade sporche, buche, semafori in Largo Boccaccino, lordure varie agli angoli, osceni cestini in cemento, Galleria XXV aprile ignobilmente trascurata... ecc. ecc. Povera Cremona.

Marco Galli (Vigolo Marchese)


Ringrazio per la stima. Ma, per la verità il compito di un giornalista non è di bacchettare. E' di constatare e di riferire senza farsi condizionare dal potere.

Se proprio si deve bacchettare, allora tocca agli elettori.

Ciò premesso, il lettore cita qualche caso. Assolutamente a ragione. Vogliamo parlare di lordure o per usare un termine che hanno in bocca anche i bambini, di cacca? Cremona è piena di cacca. Specie a ridosso degli edifici pubblici. Del Comune ad esempio. Si vedano le foto da tempo sul nostro sito. E la immagine qui sopra è la vergognosa conferma di un caso non affatto isolato e occasionale. Escrementi di piccione a chili. Senza che nessuno badi a far pulizia, neppure dopo la nostra denuncia che si ripete da giorni. Eppure il pericolo di infezioni è evidentissimo. Molti cittadini per evitarlo si portano in mezzo alla strada, nel traffico. I bambini non possono correre il rischio di essere travolti. Sono le più possibili vittime di infezioni. Ma gli organi di tutela della sanità dove sono, perché non intervengono, perché non multano il Comune? Perché non bacchettano?

Il tunnel sotto la imponente impalcatura (si legga anche a questo proposito) è infatti quello che porta alla sede comunale in palazzo Ala Ponzone ma anche in centro storico.

Cioè un percorso frequentato da migliaia di persone al giorno, Adesso la puzza è diminuita con la temperatura più rigida. Ma la cacca di piccione continua a dilagare indisturbata e, come capita al cippo di Stradivari in giardino, i nostri amministratori sono come le tre scimmiette: non vedono, non sentono , non ....annusano.

Cosa accadrebbe se altrettanto profumato e lordo fosse il marciapiede di uno stabile privato nella zona meno frequentata della periferia urbana? Qui siamo nel centro del centro, davanti agli uffici finanziari, a due passi dal teatro comunale Ponchielli… poco oltre c'è la prefettura. Siamo sul marciapiede di un palazzo comunale, il palazzo degli Ala Ponzone, costruito per ospitare gli imperatori absbugici e in seguito squalificato dalla trascuratezza e inettitudine pubblica: oggi vi si trovano uffici assolutamente... trascurabili come l'anagrafe . Forse si aspetta con speranza la neve per puntare allo sgombero dei marcipiedi. Ma se nevicherà, la principale preoccupazione, come è noto, sarà il tendone della pensilina di piazza Stradivari. Sotto la impalcatura neppure la neve potrà eliminare gli escrementi: dunque una cacca Di Origine Protetta da mettere in scatola con etichetta D.O.P. e da vendere a caro prezzo. Purtroppo il grande artista soncinese Piero Manzoni non c'è più. Proprio sfortunati Corada e C.


Auto che contraddicono il divieto di sosta in corso V. Emanuele



Egregio Assessore Soregaroli, le invio una foto del tratto di strada di Corso V. Emanuele II regolato da un cartello stradale di divieto di fermata, che non prevede eccezioni. Presumo che tale cartello sia stato messo perché la sede stradale, restringendosi, rende pericoloso il transito a biciclette e automobili e, di conseguenza, anche ai pedoni. Le auto in sosta sono 9 (nove). Non vorrei essere nei panni del Vigile Urbano, e lo dico in sincerità, che si trova nella condizione di valutare il livello di "tolleranza" da applicare ai vari "permessi" esibiti sul parabrezza delle auto. Oltre alla già citata pericolosità del tratto stradale, mi permetto di far notare che le regole, quando sono stabilite, vanno rispettate e fatte rispettare: se non si è in grado (e i motivi possono essere diversi) e per essere coerenti, forse è meglio cambiare le regole. Carlo Inzaghi


A Cremona si vive bene? Segnalazioni da via Castelleone



Caro Direttore,
Vorrei segnalare un problema relativo alla viabilità e sicurezza che secondo me è, da tempo, trascurato dal servizio strade del Comune di Cremona. In Via Castelleone all'incrocio con via Castelletto (civico 60 - 62) ch'è una grossa buca in mezzo alla strada (profondità circa 20 - 30 cm) da circa 6 - 7 mesi che mette fortemente in pericolo la circolazione particolarmente quella ciclistica e pedonale. Da segnalare altresì che da mesi è aperto un cantiere sul marciapiede adiacente che inibisce il regolare accesso alle villette che si affacciano sul marciapiede. Bisogna onsiderare che il quartiere è abitato da numerosi anziani con difficoltà motorie che sono fortemente penalizzati da tale cantiere. Allego due foto per documentare in modo più completo il problema. GABRIELE ZAMBELLONI


Una lettera da Milano: dove va a finire il decoro

di una ex bella città?



Sulle pareti del portico del Foppone erano allineate le lapidi con i nomi dei donatori all'ospedale dalla sua fondazione....ecco come alcune son ridotte


Caro direttore,

sono un cremonese da molto trapiantato a Milano,ma che ha mantenuto con la nostra città un legame forte, amicizie, una casa a cui amo spesso tornare. Ho scoperto il “Vascello” grazie alla segnalazione di un conoscente e, da allora , l'ho seguito con interesse trovandovi - per quanto riguarda Cremona - uno spazio informativo libero da condizionamenti, anticonformista, animato da passione e grande amore per la città.
In particolare, apprezzo la sua impari e purtroppo quasi solitaria battaglia contro gli scempi urbanistici, le brutture piccole e grandi, contro l'abbandono e lo spreco di un patrimonio monumentale ancora strordinario e misconosciuto, contro quella specie di deriva verso la sciatteria e l'incuria paurosamente cresciute negli ultimi anni.
A questo proposito, le invio alcune foto catturate girando a caso per la città : la cosa più desolante - almeno per quanto mi riguarda - è il senso di grossolana trascuratezza che se ne ricava.
Episodi minimi, se vogliamo. Ma così come sono i dettagli a definire l'abbigliamento di una persona, sono questi particolari a fare lo “stile” di una città, a mostrare il rispetto e la cura che i suoi amministratori ne hanno.
E' vero,come dice la vecchia massima, che “de minimis non curat praetor”, ma l'impressione è che a Cremona il praetor o i praetores (forse perchè troppo impegnati in grottesche campagne autoreferenziali, lo lasci dire a un uomo di comunicazione) non si curino nè “de minimis” nè “de maximis”.
Con molti auguri per il suo impegno
Mario Dadda
(Via Compagnoni 8, Milano)

Persino le targhe delle vie senza rispetto per il preesistente. E, sotto, In un tripudio di guano di piccioni anche Palazzo del Comune celebra il proprio centenario...forse,prima di altri (inutili?) lavori una sana e robusta disinfestazione non sarebbe stata meglio?

eccetera, eccetera, eccetera


Lo spreco di denaro dei cittadini, un esempio da "Striscia"






Mai utilizzato neppure da chi l'ha fatto costruire e naturalmente pagato con i soldi dei contribuenti (un campo di tennis era riservato ai dipendenti dell'Amministrazione Provinciale) il Centro Sportivo del Cambonino è ora diventato una vera e propria discarica; Il Vascello ne ha denunciato lo stato di abbandono già due anni fa, ma le cose sono notevolmente peggiorate: Le strutture sono in stato di diafacimento. tanto che i canestri del campo di basket non esistono più, le reti di recinzione sono state divelte in più punti, abbattuti i piloni che sostenevano gli impianti di illuminazione, ormai inutilizzabili, il pavimento in tartan dei due campoi di tennis e di quello di basket, della pista di atletica, di quelle del salto in alto e del lungo. Ed anche nel bosco nel quale sorgono le strutture sportive, oggi ricco di splendidi alberi che sono cresciuti (qualcuno anche spontaneamente negli anni) giacciono materassi e suppellettili, carcasse di motorini e biciclette, bottiglie rotte e cocci di vetro pericolosi per chi vi transita anche a piedi.

Colonie Padane monumento storico: ma che importa?




Dacché siamo sulla strada, fermiamoci qui per misericordia, quanti altri esempi potremmo portare?, arriviamo alle colonie padane.

Qui la situazione è davvero paradossale, per non dire peggio. C'è qualcuno che prende in giro Baldani, il vice sindaco, o Baldani prende in giro noi? Sentite un po' cosa è capitato.

Le colonie padane sono un bene tutelato dalla sovrintendenza il parco è stato oggetto di un intervento più o meno riuscito. Intanto impazza un locale che ha molto seguito tra i giovani, il "Coloniale".

Ebbene, sul retro, da oltre un paio di anni, i titolari del locale hanno costruito lo sfogo delle cucine occupando progressivamente la balconata, ed alterando così una delle visioni più significative di questa costruzione che imita in tutte le sue parti una transatlantico (si vuole che il tutto sia un omaggio del progettista, l'ingegnere Gaudenzi, al Rex di mussoliniana memoria).

La parte posteriore della Colonia Padane vale quanto la anteriore, poiché dà per intero sul parco ristrutturato.

A lavori nel parco conclusi, molti cittadini lamentarono che non si era posto mano alla costruzione di Gaudenzi. Baldani rispose che non c'erano i soldi, ma che l'opera era nelle intenzione dell'Amministrazione.

I cittadini replicarono. Le proteste furono numerose e spesso colorite. Che almeno si procedesse e rimuovere lo sconcio del retrocucina provvisoria sulla balconata posteriore, collocato senza andar troppo per il sottile, dai gestori del locale da ballo e ritrovo, come mostra la foto sopra.

Non ci fu una minima risposta alle proteste sin quando "Il vascello" non pubblicò la foto dello stato in cui era ridotta questa parte della costruzione. Baldani intervenne e finalmente, con una acclamazione, "IL Vascello riuscì ad osservare che una volta tanto le proteste dei cittadini avevano raggiunto il cuore dei signori a Palazzo. Il retro era finalmente sgombro, come documentava la foto qui sotto.



Illusione cari amici.

Calmata l'opinione pubblica, tutto è tornato al suo posto, come prima più di prima come recita la canzone degli anni '60.

Solo che qui non si parla di amore. Ma di pattumierare una evidenza storica e sotto tutela. Incombono una spaventosa quinta fittizia e l'impianto di riscaldamento del locale.



Baldani, se ci sei batti un colpo. La fai o la meni?




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di Sab, 1 dic 2007